Diritto di prelazione fra fratelli: scopri come funziona la prelazione immobiliare, i requisiti, le tutele legali e cosa fare in caso di violazione.
Il diritto di prelazione fra fratelli è un aspetto fondamentale da tenere in considerazione quando si tratta della vendita di un immobile in comproprietà. La normativa stabilisce regole precise su quando e come può essere esercitato, con implicazioni legali e pratiche da tenere in considerazione.
Cosa prevede la legge sulla prelazione immobiliare
Il diritto di prelazione immobiliare si applica quando un immobile è detenuto in comproprietà da più soggetti e uno di essi decide di vendere la propria quota.
Il diritto di prelazione è normato dall’articolo 732 del Codice Civile, che cita quanto segue: “Il coerede, che vuole alienare a un estraneo la sua quota o parte di essa, deve notificare la proposta di alienazione, indicandone il prezzo, agli altri coeredi, i quali hanno diritto di prelazione. Questo diritto deve essere esercitato nel termine di due mesi dall’ultima delle notificazioni. In mancanza della notificazione, i coeredi hanno diritto di riscattare la quota dall’acquirente e da ogni successivo avente causa, finché dura lo stato di comunione ereditaria”.
In altre parole, gli altri comproprietari hanno il diritto di essere preferiti rispetto a un acquirente estraneo, a condizione che esercitino il loro diritto entro il termine previsto e alle stesse condizioni offerte dal potenziale acquirente.
Requisiti per l’esercizio del diritto di prelazione su immobili ereditati
Per poter esercitare il diritto di prelazione fra fratelli, devono verificarsi alcune condizioni:
- L’immobile deve essere in comproprietà e non diviso materialmente, poiché la divisione fisica del bene comporterebbe la cessazione dello stato di comunione.
- Il comproprietario che intende vendere la propria quota deve notificare ufficialmente l’offerta ricevuta agli altri comproprietari, specificando in modo dettagliato il prezzo, le condizioni di vendita e il potenziale acquirente. Questa comunicazione deve avvenire per iscritto, preferibilmente tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o altro mezzo idoneo a garantire la prova della ricezione, in modo da consentire agli altri comproprietari di esercitare il diritto di prelazione entro i termini stabiliti dalla legge.
- I fratelli comproprietari devono esercitare la prelazione entro i termini di legge, che generalmente sono di 60 giorni dalla notifica.
Se questi requisiti non vengono rispettati, il diritto di prelazione decade e il venditore può cedere la quota a terzi.
Cosa succede se il diritto di prelazione viene violato?
Se un fratello vende la propria quota senza rispettare il diritto di prelazione fra fratelli, il comproprietario escluso può:
- Impugnare la vendita in tribunale e richiederne l’annullamento, dimostrando che il diritto di prelazione è stato violato e che non è stata data corretta comunicazione della vendita agli altri comproprietari. In tal caso, il giudice potrebbe dichiarare la vendita nulla e consentire al fratello escluso di esercitare la prelazione alle stesse condizioni del contratto stipulato con l’acquirente terzo.
- Rivendicare l’acquisto della quota significa far valere il diritto di prelazione anche dopo la vendita, esercitando un’azione legale per subentrare nell’acquisto alle stesse condizioni pattuite con l’acquirente terzo.
- Richiedere un risarcimento danni se la prelazione è stata violata deliberatamente.
Per evitare dispute legali, è sempre consigliabile formalizzare ogni passaggio con un notaio e rispettare le disposizioni di legge.
In conclusione, il diritto di prelazione fra fratelli è uno strumento essenziale per garantire la tutela dei comproprietari e la gestione corretta di un immobile condiviso.
Se ti trovi in questa situazione e hai bisogno di assistenza legale, non esitare a contattarmi.
