Quali sono gli eredi che possono impugnare un testamento?

Impugnare un testamento
Impugnare un testamento: scopri le principali case di impugnazione, i termini previsti dalla legge e i soggetti che possono richiedere l'annullamento.

Se ti stai chiedendo quali sono gli eredi che possono impugnare un testamento, questo articolo ti guiderà attraverso le principali situazioni e i diritti previsti dalla legge italiana in materia di successione testamentaria.

Che cos’è l’impugnazione testamento

L’impugnazione del testamento è un procedimento legale che consente a determinati eredi di contestare la validità di un testamento. Questo può avvenire quando esistono motivi concreti per ritenere che il documento sia stato redatto in violazione delle normative o dei diritti degli eredi legittimari.

Motivi comuni per impugnare un testamento includono:

  • Mancanza di capacità del testatore: quando il testatore non era pienamente capace di intendere e di volere al momento della redazione. Ad esempio, ciò può accadere in caso di malattie degenerative, stati di confusione mentale causati da traumi o patologie o quando il testatore è sotto l’influenza di farmaci o sostanze che ne compromettono la lucidità.
  • Vizi di forma: il testamento non è stato redatto secondo i requisiti previsti dalla legge. I principali vizi di forma includono: 
    • Mancanza della firma del testatore nel testamento olografo; 
    • Mancanza di testimoni richiesti per un testamento pubblico; 
    • Presenza di cancellazioni o modifiche non convalidate.
  • Violazione della quota legittima: questo accade quando il testatore dispone dei propri beni ignorando le quote minime spettanti per legge a coniuge, figli o ascendenti diretti (quote di legittima).
  • Influenza indebita: questo può verificarsi, ad esempio, quando una persona vicina al testatore sfrutta una posizione di forza, come una dipendenza emotiva o economica, per influenzarne le decisioni. Altre situazioni includono pressioni psicologiche, minacce dirette o indirette.

Chi può impugnare un testamento e entro quanto?

Secondo la legge italiana, i soggetti legittimati a contestare un testamento sono:

  • Gli eredi legittimari: coniuge, figli e, in loro assenza, ascendenti diretti (ad esempio, i genitori). Essi hanno diritto alla cosiddetta quota legittima, una porzione dell’eredità che non può essere sottratta dal testatore.
  • Altri eredi esclusi dal testamento: se ritengono che il testamento non sia valido per i motivi sopra elencati.
  • Creditori degli eredi: possono agire per tutelare i loro interessi se il testamento pregiudica i crediti vantati.

L’azione di impugnazione di un testamento deve essere intrapresa entro termini specifici, che variano a seconda del vizio contestato:

  • 5 anni: in caso di annullabilità per vizi come errore, violenza o dolo, a partire dal momento in cui si è avuta conoscenza del vizio.
  • 10 anni: per lesione della legittima, a partire dalla data di apertura della successione.
  • Nullità: l’azione è imprescrittibile e può essere esercitata in qualsiasi momento.

Impugnazione e successione con testamento

La successione con testamento rappresenta un passaggio delicato per molte famiglie. Quando emerge la necessità di contestare il contenuto, la figura dell’avvocato civilista diventa cruciale per tutelare i diritti degli eredi e gestire tutti gli aspetti più delicati connessi a questa operazione delicata.

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